invisible atlas, fita, lisbon, may 2021
Il libro dell’inquietudine,
Bernardo Soares, Fernando Pessoa
«As coisas não têm significado: têm existência.»
O Guardador de Rebanhos,
Alberto Caeiro, Fernando Pessoa
Caros(as) amigos(as),
A exposição individual, Invisible atlas, instalada no Jardim da Estrela, um jardim público de estilo inglês construído em meados do século XIX, apresenta o fruto de vários anos de trabalho de Madalena Corrêa Mendes. A exposição dá vida e corpo às "cartas" enviadas de Veneza e convida todos a apropriarem-se delas, a fazê-las ressoar na sua própria intimidade, tornando-se destinatários, num encontro casual e improvável. O quiosque, na sua forma circular, acolhe, privilegia e possibilita, com a sua redondez, a troca e a introspecção, ferramentas úteis para a leitura das imagens delicadas de Madalena. A artista, com uma insuspeita riqueza de correspondência epistolar, explora a nossa intimidade e a nossa ligação, agora unidas pelas linhas vermelhas elegantes, costuradas e itinerantes das suas “cartas".
A sua obra consiste numa apropriação e re-elaboração, libertando(-se) assim (de) muitos códigos artísticos. Recorda-nos Guillaume Apollinaire que, em 1914, criou os seus primeiros caligramas, aos quais atribuíu o verso livre. Mas o seu objectivo em particular, não era destruir mas ser “constructor”. A obra permite, num só olhar, ver e perceber texto e imagem em simultâneo “como um director de orquestra lê as notas na pauta contemporaneamente”, escreveu Apollinaire nas Soirées de Paris. Assim, o espaço e o desenho de palavras ecoam a experiência da poesia, como quando lemos as “cartas” de Madalena.
O trabalho da artista quer ir além do visível. De facto, a obra Alegoria de uma cidade flutuante sustentada por madeira: onde o mar é tijolo e a terra de pessoas, 2020, em forma de mapa, documenta, dá forma e alimenta a ligação entre Veneza e Lisboa. O percurso assinalado na obra, feito de pessoas e percorrido pela artista no dia do seu aniversário, manifesta a natureza transitória das coisas, e ao mesmo tempo, procura fixá-las na eternidade que, como afirma Craig Owens, é “um dos impulsos mais fortes da alegoria”. Inspirada no conceito de mensagem na garrafa, outro meio de comunicação sem um destinatário específico, a artista encheu uma garrafa com água dos canais de Veneza, que simboliza a viagem no oceano e a linha invisível que liga dois lugares e tantas pessoas - Veneza e Lisboa. Eu e vós. Nós e vós.
Contra as expectativas de uma época marcada pela comunicação digital, imediata e privada da autenticidade da escrita à mão, Madalena Corrêa Mendes conduz temas que são seus e que tem vindo a desenvolver no seu percurso artístico: a troca, o trajecto, o círculo e a eternidade.
Com Invisible atlas, a artista foca-se na relação e na participação do público, orquestrando nesta leitura colectiva de “cartas”, uma mudança de significado. Efectivamente, os visitantes são convidados a responder às suas “cartas” e assim a tornar-se não só destinatários, mas também remetentes e actores na sua obra. Deste modo, completa-se o ciclo de dar e receber que dá vida a uma verdadeira comunicação circular - que vai e vem.
As obras mantêm o seu status de correspondência mas transformam-se em material sensível, delicado e poético, que continua a expandir-se nas mentes dos participantes.
Um abraço,
Garance Laporte e Madalena Corrêa Mendes
__________________________________________
Carissimi,
La mostra personale Invisible atlas, allestita presso il Jardim da Estrela, giardino pubblico costruito in
stile inglese a metà del XIX secolo, presenta il frutto di diversi anni di lavoro di Madalena Corrêa
Mendes. La mostra dà vita e corpo alle “lettere” spedite da Venezia e invita tutti ad appropriarsene,
per farle risuonare nella propria interiorità e per diventarne destinatari, in questo incontro casuale e
imprombabile. Il chiosco, con la sua forma circolare, accoglie e favorisce, con la sua rotondità,
l’ascolto, gli scambi e l’introspezione, strumenti utili per leggere le immagini delicate di Madalena.
L’artista, con un’insospettabile abbondanza epistolare, esplora la nostra intimità e la nostra
connessione, unite adesso dalle linee rosse eleganti, cucite e itineranti delle sue “lettere”.
La sua opera consiste in un appropriazione e (ri)elaborazione, liberando così molti codici artistici. Ricorda Guillaume Apollinaire, che nel 1914, crea i suoi primi calligrammi, ai quali attribuisce il verso libero. Ma il suo obiettivo, come specifica, non è quello di distruggere, ma di essere un “costruttore”. L’opera permette di cogliere, in un solo sguardo, testo e pittura simultaneamente “come un direttore d’orchestra legge contemporaneamente le note sovrapposte nello spartito”, scrive Apollinaire nelle Soirées de Paris. Lo spazio e il disegno delle parole ribaltano così l’esperienza della poesia come le “lettere” di Madalena.
Il lavoro dell’artista vuole andare oltre il visibile. Infatti, l’opera Alegoria de uma cidade flutuante sustentada por madeira: onde o mar é tijolo e a terra de pessoas, 2020, a forma di mappa, documenta, informa e alimenta il legame tra Venezia e Lisbona. Questo percorso segnalato nell’opera, fatto di persone e percorso dall'artista all’occasione del suo compleanno, vuole mostrare la natura transitoria delle cose e, allo tempo stesso, cercare di fissarle nell’eternità che, come afferma Craig Owens, è “uno degli impulsi più forti dell’allegoria”. Ispirandosi al principio del messaggio in bottiglia nel mare, altro mezzo di comunicazione, senza un destinatario preciso, l'artista ha raccolto l'acqua della Laguna di Venezia, simboleggiano anche il viaggio nell'Oceano, la linea invisibile che collega due posti e tanti persone - Venezia e Lisbona.
Contro le aspettative di un’epoca segnata da una comunicazione digitale, immediata e priva della autenticità della scrittura a mano, Madalena Corrêa Mendes con le sue opere persegue temi che le sono propri e che ha sviluppato nel corso delle sue mostre precedenti: lo scambio, il percorso, l’eternità, la circolarità.
Con Invisible atlas, l’artista si concentra sulla relazione e nella partecipazione del pubblico, per orchestrare in questa lettura collettiva di “lettere” uno spostamento di significato. Infatti, le persone sono invitate a rispondere alle sue “lettere” e quindi ad essere non solo destinatarie ma anche mittenti e attori di questa opera. Così si completa il ciclo di dare e ricevere, dando vita a una vera comunicazione circolare.
Le opere mantengono il loro status di corrispondenza, ma diventano un materiale sensibile, delicato e poetico, che può continuare a svilupparsi nelle menti dei partecipanti
La sua opera consiste in un appropriazione e (ri)elaborazione, liberando così molti codici artistici. Ricorda Guillaume Apollinaire, che nel 1914, crea i suoi primi calligrammi, ai quali attribuisce il verso libero. Ma il suo obiettivo, come specifica, non è quello di distruggere, ma di essere un “costruttore”. L’opera permette di cogliere, in un solo sguardo, testo e pittura simultaneamente “come un direttore d’orchestra legge contemporaneamente le note sovrapposte nello spartito”, scrive Apollinaire nelle Soirées de Paris. Lo spazio e il disegno delle parole ribaltano così l’esperienza della poesia come le “lettere” di Madalena.
Il lavoro dell’artista vuole andare oltre il visibile. Infatti, l’opera Alegoria de uma cidade flutuante sustentada por madeira: onde o mar é tijolo e a terra de pessoas, 2020, a forma di mappa, documenta, informa e alimenta il legame tra Venezia e Lisbona. Questo percorso segnalato nell’opera, fatto di persone e percorso dall'artista all’occasione del suo compleanno, vuole mostrare la natura transitoria delle cose e, allo tempo stesso, cercare di fissarle nell’eternità che, come afferma Craig Owens, è “uno degli impulsi più forti dell’allegoria”. Ispirandosi al principio del messaggio in bottiglia nel mare, altro mezzo di comunicazione, senza un destinatario preciso, l'artista ha raccolto l'acqua della Laguna di Venezia, simboleggiano anche il viaggio nell'Oceano, la linea invisibile che collega due posti e tanti persone - Venezia e Lisbona.
Contro le aspettative di un’epoca segnata da una comunicazione digitale, immediata e priva della autenticità della scrittura a mano, Madalena Corrêa Mendes con le sue opere persegue temi che le sono propri e che ha sviluppato nel corso delle sue mostre precedenti: lo scambio, il percorso, l’eternità, la circolarità.
Con Invisible atlas, l’artista si concentra sulla relazione e nella partecipazione del pubblico, per orchestrare in questa lettura collettiva di “lettere” uno spostamento di significato. Infatti, le persone sono invitate a rispondere alle sue “lettere” e quindi ad essere non solo destinatarie ma anche mittenti e attori di questa opera. Così si completa il ciclo di dare e ricevere, dando vita a una vera comunicazione circolare.
Le opere mantengono il loro status di corrispondenza, ma diventano un materiale sensibile, delicato e poetico, che può continuare a svilupparsi nelle menti dei partecipanti
Un abbraccio,
Garance Laporte e Madalena Corrêa Mendes
@veniceinabottle,
2021
installation composed of glass bottle with water, video
and daily videos assembled
on instagram page
︎ @veniceinabottle
01 lettera I (front),
2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
02 lettera I (back),
2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
02 lettera I (back),
2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
03 lettera II (front),
2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
04 lettera II (back),
2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
04 lettera II (back),
2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
05 lettera III (front),
2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
06 lettera III (back),
2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
06 lettera III (back),
2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
07 lettera IV (front),
2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
08 lettera IV (back), 2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
08 lettera IV (back), 2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
09 lettera V (front),
2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
10 lettera V (back),
2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
10 lettera V (back),
2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
11 lettera VI (front),
2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
12 lettera VI (back),
2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
12 lettera VI (back),
2019
cotton thread
on photographic paper
10 x 15 cm
Allegory of a floating city sustained by wood: where the sea is made of bricks and the land made of people, pieces of route on canvas,
2020
transfer technique, cotton thread and acrylic
on canvas
210 x 148 x 5 cm
2020
transfer technique, cotton thread and acrylic
on canvas
210 x 148 x 5 cm
On May 22nd, 2020, I bumped into my people in Venice.
This is the route I did on that day. In each red pin I was showen a video of my friends and family, from all over the world.
I invited them to my birthday party and they came.
